Wednesday 21 November 2018

I TERROIRS DELLA CALABRIA SVELATI

Versione italiana
C’e’ poco da dire…quando si parla della mia Calabria, mi emoziono sempre! E cosi’ e’ stato quando ho preso parte al tasting di vini calabresi che si e’ tenuto all’ultima edizione del Real Italian Wine and Food Tasting, con sede a Church House, vicino al maestoso Westminster, lo scorso 8 Novembre.

I produttori che hanno preso parte all’evento, patrocinati dalla Regione Calabria ospite d’onore all’evento, appartenevano a varie aree vitivinicole calabresi, designate con diverse denominazioni: dalla famosa appellazione del Ciro’ DOC (vi ricordo che non ci sono ancora DOCG nella regione), alla chicca del Greco di Bianco (nome del vino da non confondere con il nome del vitigno che e’ Greco Bianco), all’antica IGP Palizzi, o alla riablitata, dopo 50 anni, denominazione Terre di Gerace IGP, o ancora alla piu’ generica Calabria IGP.

La masterclass dal titolo ‘I terroirs della Calabria svelati’ e’ stato fatto con l’intento di far scoprire cio’ che la Calabria vinicola riesce a produrre e, attraverso i sette vini in degustazione, Richard Ballantyne Master of Wine ci ha fatto scoprire ed assaporare alcuni vitigni calabresi, presentandoli ad un pubblico di wine experts e operatori del settore. Lo stesso Richard ha sottolineato la versatilita’ del Gaglioppo che riesce ad esprimersi in diverse sfumature a seconda della zona e del metodo di vinificazione.
E’ stato scelto un vino rappresentativo, per azienda, che fosse espressione del terroir.




Richard ha iniziato con una breve introduzione sulla Calabria e ha condiviso con i presenti i dati relativi alla produzione di vini nella regione, alla localizzazione e dimensione delle varie appellazioni DOC e IGP (10 distretti). La produzione di vini DOC e’ la piu’ piccola e la piu’ fragmentata in Italia, con 9 denominazioni DOC e 12,000 ettari di superficie vitata ed e’ stato interessante fare un paragone col Barolo-la grandezza media di ogni Menzione e’ di 11 ettari quindi molto piu’ piccola della grandezza media di un cru del Barolo!

Abbiamo iniziato con il primo bianco, sebbene come risaputo, i bianchi non sono proprio il forte della Calabria, vera terra di rossi! Il primo bianco secco in degustazione e’ stato Janestra 2017, IGP Calabria, fatto da greco bianco e mantonico, e prodotto dall’azienda Viglianti. Un vino giovane, di facile beva e contenuto alcolico del 14%, con aromi di mandorle fresche e sapori di terra. Il mosto ha sicuramente beneficiato di una breve macerazione sulle bucce. Ho avuto modo di assaggiare qualche annata un po’ piu’ vecchia e ho avvertito un contenuto alcolico piu’ dominato, a vantaggio di predominanza di frutta piu' matura.





A seguire un vino che mi ha molto entusiasmato: l’unico Zibibbo secco fatto in Calabria, che ha riscosso molto successo in Italia e che ha trovato gia’ un distributore qui in UK. Il vino, delle Cantine Benvenuto (30,000 bottiglie), e’ prodotto da Giovanni, un giovane ed audace uomo che dall’Abruzzo si e’ trasferito a Francavilla Angitola per recuperare il patrimonio agricolo del nonno. Al naso i profumi tipici e inconfondibili del Moscato di Alessandria (o Zibibbo come lo si voglia chiamare) e in bocca molto armonico, con gusto persistente e ottima acidita’ tanto da far pensare a Richard che l’uva fosse stata raccolta un po’ prima per mantenere la freschezza del vino. Giovanni ha inoltre realizzato delle etichette bellissime, molto moderne e raffinate che non e’ facile di solito trovare sulle bottiglie calabresi...

Dai bianchi siamo passati al primo rosso in degustazione: un blend di Greco Nero (70%) e Nerello Mascalese (30%), prodotto dall’azienda Barone Macri’ a Gerace e per questo denominato Terre di Gerace. L’aziende possiede 56 ettari e include la produzione di olio e altri prodotti alimentari, utilizzate nel ristorante all’interno dell’agriturismo che si affaccia sulla costa ionica. Il 2017 e’ un rosso fresco, con aromi di frutta rossa, in particolare fragole, bacche rosse e ben bilanciato, perfetto da sbicchierare all’inizio di un pasto.


Dopo questo vino, abbiamo assaggiato un rosso Palizzi IPG 2016 (70% Nerello Mascalese e 30% Calabrese) prodotto dall’azienda Altomonte, con sentori di frutti neri come mirtilli, more di rovo, lamponi miste a sentori di legno (il vino e’ affinato in barrique per 1 anno), vaniglia, e un contenuto alcolico intorno a 14.5%. Antonino Altomonte e’ determinato a continuare la tradizione di coltivare vitigni centennali in questa antichissima zona della provincia di Reggio Calabria.
A seguire, due versioni del re dei vitigni calabresi: il Gaglioppo.

E’ stato illuminante mettere a confronto: Principe Spinelli IGP 2017 della Tenuta Iuzzolini e Piu’ Vite Ciro’ Rosso Riserva 2012 di Sergio Arcuri. Il primo presentava un colore rubino forte, pieno in bocca e rotondo. Molto azzeccato per il palato internazionale e diametralmente opposto al secondo vino in degustazione, prodotto da Sergio Arcuri. 


Piu’ Vite e’ un vino che parla di territorio e ha colpito tutti durante la masterclass, facendo innamorare Richard che non ha esitato ad esaltare questo vino e a decantarne le qualita’.
Un colore identificabile col vitigno Nebbiolo, color mattone scarico, tipico del Gaglioppo, che poteva essere in effetti essere indicativo di  un vino molto piu’ vecchio. Al palato, ovviamente il paragone col Nebbiolo non teneva piu’perche’ la quantita’ dei tannini non era sufficiente a farlo passare per il vitigno piemontese...ma rivelava invece la bellezza del Gaglioppo-sentori terziari di ciliegie sotto spirito, liquorizia, spezie, note di pelle, il tutto condito da un’acidita’ ben presente. 
Organico, come tutta la produzione di Arcuri, fatto da vitigni coltivati ad alberello, fermentato in vasche di cemento aperte e quattro anni di sosta in cemento chiuso, seguito da un periodo di affinamento in bottiglia. La Riserva e’ una produzione molto piccola e rilasciata solo nelle annate migliori.
Un Ciro’ vera espressione del territorio e del metodo di fare vino in Calabria proprio come facevano i nostri antenati: un vino esemplare! Arcuri produce anche la versione del Ciro’ Classico e il Rosato, anche questo di Gaglioppo in purezza, che insieme alla Riserva, completano la sua gamma e si sono accaparrati i complimenti dei partecipanti. 


La masterclass si e’ conclusa con una chicca: il Greco di Bianco, vino passito dell’azienda Dioscuri che e’ uno dei pochi produttori di Greco di Bianco (ce ne saranno al massino cinque o sei di produttori) e che possiede un piccolo ettaro a Bianco. La tipica bottiglia del Greco di Bianco e’ l’anfora che ci riporta al passato ed il vino e’ prodotto da Greco Bianco lasciato appassire all’ombra, viste le alte temperature calabresi, e poi processato e maturato per tredici mesi in barrique ed ulteriori tredici mesi in bottiglia, per ottenere un vino dessert da invecchiamento.
L’annata assaggiata era un 2009 e quindi un esempio calzante per dimostrare quanto sia nesessario attendere per poter dare la possibilita’ al vino di esprimere la sua complessa personalita’. Datteri, fichi secchi, mandorle tostate, caramello, un residuo zuccherino pari a 120gr/l e una buona acidita’ erano i tratti salienti del vino che lo rendono perfetto in abbinamento ai biscotti di mandorle e alla pasticceria secca calabrese.


Gli ospiti hanno poi potuto continuare la degustazione dell’intera gamma proposta dalle aziende calabresi sia di vino che di cibo e raccogliere le informazioni direttamente dai produttori, venuti ad esplorare il difficile, complicato, competitivo, saturo e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, ma assolutamente affascinante, mercato del vino italiano in UK!


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