C’e’ poco da dire…quando si parla della mia Calabria, mi emoziono sempre! E cosi’ e’ stato quando ho preso parte al tasting di vini calabresi che si e’ tenuto all’ultima edizione del Real Italian Wine and Food Tasting, con sede a Church House, vicino al maestoso Westminster, lo scorso 8 Novembre.
I produttori che hanno preso parte all’evento, patrocinati dalla Regione
Calabria ospite d’onore all’evento, appartenevano a varie aree vitivinicole
calabresi, designate con diverse denominazioni: dalla famosa appellazione del
Ciro’ DOC (vi ricordo che non ci sono ancora DOCG nella regione), alla chicca
del Greco di Bianco (nome del vino da non confondere con il nome del vitigno
che e’ Greco Bianco), all’antica IGP Palizzi, o alla riablitata, dopo 50 anni,
denominazione Terre di Gerace IGP, o ancora alla piu’ generica Calabria IGP.
La masterclass dal titolo ‘I terroirs
della Calabria svelati’ e’ stato fatto con l’intento di far scoprire cio’ che
la Calabria vinicola riesce a produrre e, attraverso i sette vini in
degustazione, Richard Ballantyne Master of Wine ci ha fatto scoprire ed assaporare
alcuni vitigni calabresi, presentandoli ad un pubblico di wine experts e
operatori del settore. Lo stesso Richard ha sottolineato la versatilita’ del Gaglioppo
che riesce ad esprimersi in diverse sfumature a seconda della zona e del metodo
di vinificazione.
E’ stato scelto un vino rappresentativo, per azienda, che fosse espressione del terroir.
Richard ha iniziato con una breve introduzione sulla Calabria e ha condiviso con i presenti i dati relativi alla produzione di vini nella regione, alla localizzazione e dimensione delle varie appellazioni DOC e IGP (10 distretti). La produzione di vini DOC e’ la piu’ piccola e la piu’ fragmentata in Italia, con 9 denominazioni DOC e 12,000 ettari di superficie vitata ed e’ stato interessante fare un paragone col Barolo-la grandezza media di ogni Menzione e’ di 11 ettari quindi molto piu’ piccola della grandezza media di un cru del Barolo!
Abbiamo iniziato con il primo bianco, sebbene come risaputo, i bianchi non sono proprio il forte della Calabria, vera terra di rossi! Il primo bianco secco in degustazione e’ stato Janestra 2017, IGP Calabria, fatto da greco bianco e mantonico, e prodotto dall’azienda Viglianti. Un vino giovane, di facile beva e contenuto alcolico del 14%, con aromi di mandorle fresche e sapori di terra. Il mosto ha sicuramente beneficiato di una breve macerazione sulle bucce. Ho avuto modo di assaggiare qualche annata un po’ piu’ vecchia e ho avvertito un contenuto alcolico piu’ dominato, a vantaggio di predominanza di frutta piu' matura.
A seguire un vino che mi ha molto entusiasmato: l’unico Zibibbo secco fatto
in Calabria, che ha riscosso molto successo in Italia e che ha trovato gia’ un
distributore qui in UK. Il vino, delle Cantine Benvenuto (30,000 bottiglie), e’
prodotto da Giovanni, un giovane ed audace uomo che dall’Abruzzo si e’ trasferito
a Francavilla Angitola per recuperare il patrimonio agricolo del nonno. Al naso
i profumi tipici e inconfondibili del Moscato di Alessandria (o Zibibbo come lo
si voglia chiamare) e in bocca molto armonico, con gusto persistente e ottima
acidita’ tanto da far pensare a Richard che l’uva fosse stata raccolta un po’
prima per mantenere la freschezza del vino. Giovanni ha inoltre realizzato delle
etichette bellissime, molto moderne e raffinate che non e’ facile di solito
trovare sulle bottiglie calabresi...
Richard ha iniziato con una breve introduzione sulla Calabria e ha condiviso con i presenti i dati relativi alla produzione di vini nella regione, alla localizzazione e dimensione delle varie appellazioni DOC e IGP (10 distretti). La produzione di vini DOC e’ la piu’ piccola e la piu’ fragmentata in Italia, con 9 denominazioni DOC e 12,000 ettari di superficie vitata ed e’ stato interessante fare un paragone col Barolo-la grandezza media di ogni Menzione e’ di 11 ettari quindi molto piu’ piccola della grandezza media di un cru del Barolo!
Abbiamo iniziato con il primo bianco, sebbene come risaputo, i bianchi non sono proprio il forte della Calabria, vera terra di rossi! Il primo bianco secco in degustazione e’ stato Janestra 2017, IGP Calabria, fatto da greco bianco e mantonico, e prodotto dall’azienda Viglianti. Un vino giovane, di facile beva e contenuto alcolico del 14%, con aromi di mandorle fresche e sapori di terra. Il mosto ha sicuramente beneficiato di una breve macerazione sulle bucce. Ho avuto modo di assaggiare qualche annata un po’ piu’ vecchia e ho avvertito un contenuto alcolico piu’ dominato, a vantaggio di predominanza di frutta piu' matura.
Dai bianchi siamo passati al primo rosso in degustazione: un blend di Greco Nero (70%) e Nerello Mascalese (30%), prodotto dall’azienda Barone Macri’ a Gerace e per questo
denominato Terre di Gerace. L’aziende possiede 56 ettari e include la produzione
di olio e altri prodotti alimentari, utilizzate nel ristorante all’interno
dell’agriturismo che si affaccia sulla costa ionica. Il 2017 e’ un rosso
fresco, con aromi di frutta rossa, in particolare fragole, bacche rosse e ben
bilanciato, perfetto da sbicchierare all’inizio di un pasto.
Dopo questo vino, abbiamo assaggiato un rosso Palizzi IPG 2016 (70% Nerello
Mascalese e 30% Calabrese) prodotto dall’azienda Altomonte, con sentori di
frutti neri come mirtilli, more di rovo, lamponi miste a sentori di legno (il vino
e’ affinato in barrique per 1 anno), vaniglia, e un contenuto alcolico intorno
a 14.5%. Antonino Altomonte e’ determinato a continuare la tradizione di
coltivare vitigni centennali in questa antichissima zona della provincia di
Reggio Calabria.
A seguire, due versioni del re dei vitigni calabresi: il Gaglioppo.
E’ stato illuminante mettere a confronto: Principe Spinelli IGP 2017 della
Tenuta Iuzzolini e Piu’ Vite Ciro’ Rosso Riserva 2012 di Sergio Arcuri. Il
primo presentava un colore rubino forte, pieno in bocca e rotondo. Molto
azzeccato per il palato internazionale e diametralmente opposto al secondo vino
in degustazione, prodotto da Sergio Arcuri.
Piu’ Vite e’ un vino che parla di territorio e ha
colpito tutti durante la masterclass, facendo innamorare Richard che non ha esitato ad
esaltare questo vino e a decantarne le qualita’.
Un colore identificabile col vitigno
Nebbiolo, color mattone scarico, tipico del Gaglioppo, che poteva essere in
effetti essere indicativo di un vino
molto piu’ vecchio. Al palato, ovviamente il paragone col Nebbiolo non teneva
piu’perche’ la quantita’ dei tannini non era sufficiente a farlo passare per il
vitigno piemontese...ma rivelava invece la bellezza del Gaglioppo-sentori
terziari di ciliegie sotto spirito, liquorizia, spezie, note di pelle, il tutto
condito da un’acidita’ ben presente.
Organico, come tutta la produzione di
Arcuri, fatto da vitigni coltivati ad alberello, fermentato in vasche di
cemento aperte e quattro anni di sosta in cemento chiuso, seguito da un periodo
di affinamento in bottiglia. La Riserva e’ una produzione molto piccola e
rilasciata solo nelle annate migliori.
Un Ciro’ vera espressione del territorio e del metodo di fare vino in
Calabria proprio come facevano i nostri antenati: un vino esemplare! Arcuri
produce anche la versione del Ciro’ Classico e il Rosato, anche questo di Gaglioppo
in purezza, che insieme alla Riserva, completano la sua gamma e si sono
accaparrati i complimenti dei partecipanti.
La masterclass si e’ conclusa con una chicca: il Greco di Bianco, vino
passito dell’azienda Dioscuri che e’ uno dei pochi produttori di Greco di
Bianco (ce ne saranno al massino cinque o sei di produttori) e che possiede un
piccolo ettaro a Bianco. La tipica bottiglia del Greco di Bianco e’ l’anfora che
ci riporta al passato ed il vino e’ prodotto da Greco Bianco lasciato appassire
all’ombra, viste le alte temperature calabresi, e poi processato e maturato per
tredici mesi in barrique ed ulteriori tredici mesi in bottiglia, per ottenere
un vino dessert da invecchiamento.
L’annata assaggiata era un 2009 e quindi un esempio calzante per dimostrare
quanto sia nesessario attendere per poter dare la possibilita’ al vino di
esprimere la sua complessa personalita’. Datteri, fichi secchi, mandorle
tostate, caramello, un residuo zuccherino pari a 120gr/l e una buona acidita’ erano
i tratti salienti del vino che lo rendono perfetto in abbinamento ai biscotti
di mandorle e alla pasticceria secca calabrese.
Gli ospiti hanno poi potuto continuare la degustazione dell’intera gamma
proposta dalle aziende calabresi sia di vino che di cibo e raccogliere le
informazioni direttamente dai produttori, venuti ad esplorare il difficile,
complicato, competitivo, saturo e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, ma
assolutamente affascinante, mercato del vino italiano in UK!
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